Iniziative Culturali

CHIACCHIERATA SULLA FIGURA DI CIRO ANGELILLIS
Sede di Alènn, 7 Febbraio 2019

Terzo incontro letterario questa sera presso la sede dell’associazione Alènn, dedicato alla conoscenza del dottore e pubblicista Ciro Angelillis. Relatore, l’amico e socio Antonio Latino, appassionato di storia locale.

Sicuramente gli amanti della Pubblicistica della Capitanata, si sono spesso imbattuti nella lettura di vari testi di  Ciro Angelillis e alla sua bibliografia hanno fatto riferimento storici e scrittori moderni di storia locale, sia per “la varietà degli argomenti trattati che per la serietà e l’acutezza dei metodi d’indagine”.

Ciro Angelillis nacque a Monte Sant’Angelo il 3 maggio del 1873. Si laureò in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna. Nel 1900 fondò il ‘Gazzettino del Gargano’ (Tipografia Floman MSA) insieme all’avv. Filippo Ungaro. Quattro anni dopo, si trasferì a Lucera per motivi professionali e qui, dal 1914 al 1917 diresse Il Foglietto.

Gli anni della Grande Guerra, lo videro protagonista come Capitano medico e nei primi anni Venti iniziò l’esilio toscano, prima a Firenze, poi ad Arezzo dove morirà l’11 marzo del 1956, “sofferente tanto che non potette compiere la sua lettura stando in piedi” scriveva l’amico avv. G. d’Addetta. Le sue spoglie raggiunsero, per desiderio dello stesso Angelillis, nel suo paese natio, Monte Sant’Angelo e a lui fu dedicata nel 1966 la Biblioteca Comunale.

Ancora oggi, all’ingresso del Cimitero montanaro, vige un monumento, dedicato al pubblicista e ad altri tre grandi personaggi del tempo: G.Tancredi, N.Quitadamo e G.De Cristofaro.

Le sue pubblicazioni:

   Nella ricchissima produzione di scritti di Ciro Angelillis, il tema costante è Monte Sant’Angelo e il Gargano, la sua storia, i suoi monumenti. Prime monografie appaiono agli inizi del Novecento. Un gran numero di scritti venne pubblicato tra il 1945 e 1950, sotto forma di articoli su giornali e riviste. Nel 1948 scrisse Mattinata nel Monte Gargano con dedica al mecenate Dott. Michele Bisceglia.

È del 1956 la più importante opera, in due volumi dal titolo” Il santuario del Gargano e il culto di S. Michele nel mondo”. Opera questa dedicata nuovamente al Dott. Michele Bisceglia, “grande Signore di Foggia, ma di puro sangue garganico, alta personalità di Capitanata nel campo politico, economico e industriale” e all’Avv. Giuseppe d’Addetta, “pioniere della Rinascita garganica”.

   Ciro Angelillis, morì lasciando un’opera scritta, apparentemente incompleta dal titolo “Nuove luci sulle vicende della Regina Giovanna I di Napoli”. Saranno i suoi amici a pubblicarla e come dissero, “quando presero le carte non dovettero far nulla che pubblicarla”. In questo libro, l’autore “cerca sopra tutto a rischiarare le ultime vicende dell'infelice regina angioina”, studiandola nella sua vera veste, sfrondando la sua memoria dalle esagerazioni che la tradizione le aveva attribuite.

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L’interesse per Mattinata, da parte di Ciro Angellillis, emerge nei vari capitoli del libro  “Mattinata nel Monte Gargano” , lavoro propedeutico a Mattinata, la Nuova Matinum.

Egli ripercorre un  excursus dalle epoche remote dell’antica Matinum, l’epoca romana, quella Saracena in età Medievale, l’invasione dei turchi e il passaggio da Matinum a Mattinata. Notizie importanti si hanno sulle chiese rupestri e sulla chiesa di Santa Maria della Luce.

Nel capitolo IX dal titolo “Il borgo di Mattinata” scrive così: “la Mattinata di qualche secolo addietro si presentava costituita di semplici abituri, di minimi rifugi eretti con muri a secco e per lo più in forma di trulli, ai quali si dava il nome di pagliai.”

Della campagna mattinatese, Angelillis ne parla come “uno spettacolo veramente singolare…con una vegetazione svariata e lussureggiante. Orazio non poteva meglio revocare, fin dai suoi tempi questa fortunata plaga se non con il ricordo delle api ronzanti sulle siepi odorose e sui cesti fioriti… Un ritmo ed una festa di verde, un ondeggiare arboreo di chiome, un penetrante ed agreste di erbe e fiori.”

Mattinata appare piena di ulivi, mandorli, albicocchi, melograni e il melo, il carrubo e le viti.

Interessante la descrizione delle Grotte Marine, quel litorale che da Mattinata si stende verso Vieste, raccontando in modo quasi fiabesco una giornata in barca del due luglio del 1906: “spumeggianti di onde si sussegue di seno in seno, di rupe in rupe, spalancando, quasi gigantesche balene, le loro bocche cupide di salsedine e di riflessi.”

Tra i personaggi illustri, annovera il parroco Don Michele Prencipe, sacerdote modesto ed esemplare e  Don Salvatore Prencipe, “nipote del precedente il quale dal 1931 vive tutto preso dal suo ministero pastorale, e, ardente di zelo per la sua chiesa che ha arricchito…il quale cura anche la pubblicazione di un Bollettino”.

Il Capitolo XV continua con la questione del Comune. Angelillis si chiede, “come mai una frazione che già da oltre mezzo secolo, e più particolarmente dall’epoca dei terremoti del 1893, si è messa in linea tra paesi idonei a potersi amministrare da sé stessi, è rimasta ancora alle dipendenze del comune di Monte S.Angelo?”  Mattinata infatti, aveva una polizia urbana, un’ostetrica, una Farmacia, un Notaio e ben nove classi elementari, un asilo infantile e un laboratorio femminile. Ancora l’ufficio postale, telegrafico, illuminazione elettrica, acquedotto ed un elegante cimitero.  Conclude questa elencazione con le numerose ville in cui le famiglie facoltose di Monte erano soliti recarsi a trascorrere la stagione invernale.

Importante è la toponomastica relativa alle vie della cittadina mattinatese divisa in tre rioni: Iunno, Castelluccio e Coppa della Madonna.

Nel 1900, lo stesso Ciro Angelillis fece parte della Commissione Comunale di Monte S. Angelo per il IV censimento della popolazione del Regno. In quell’ occasione insieme  all’Ing. Natale Pugliese venne chiesto di provvedere alla denominazione delle vie di Mattinata. In primis fu rievocato il nome di Matino, che darà origine al Corso Matino e a proseguire toponimi di uomini che hanno partecipato alla storia del nostro paese: Via Orazio Flacco, Via Archita, Via G. Tommaso Giordani, Via Monte Saraceno, Largo Agnuli…ecc.

La meraviglia dell’autore è di come, nel 1942, ritornando a Mattinata, si trovò davanti nomi di strade che in nessun modo avessero a che fare con il nostro territorio. “Quale relazione” si chiedeva “possono avere con Mattinata i solennissimi nomi di Dante, Petrarca, Ariosto…Fogazzaro e perfino Zola?”

In quest’ultimo libro Angelillis fa riferimento anche all’economia del paese e scrive che il mattinatese è particolarmente dedito all’agricoltura e alla pastorizia; è in grado di produrre formaggi di ogni tipo e latticini freschi. La curiosità che emerge nel testo sono le numerose vigne piantate ordinatamente a filari e vigilate con molta cura. Parla di vini profumati frizzanti e talvolta anche spumanti.  Non solo vigneti ma soprattutto oliveti. Una produzione di olio sempre più abbondante, a partire dal 1915, “oltre alla presenza di una qualità speciale di olive mangerecce dette provenzale, importate dalla Provenza al tempo della dominazione angioina. Cinquantuno erano i trappeti od oleifici esistenti nel territorio di Monte S. Angelo e Macchia, di essi ben venticinque appartenevano a Mattinata.

E ancora continua lo stesso Angelillis “il mare non rappresenta altro che uno sfondo coreografico, una inquadratura di paesaggio, e non un elemento vivo da valorizzare e sfruttare per il progresso e l’economia sociale. Il popolo di Mattinata è finora rimasto indifferente non solo alla navigazione ma ancora ai prodotti che gli potrebbe fornire” “ L’indigeno di Mattinata”, continua ancora Angellillis “ è unicamente attaccato alla terra come se il resto che lo circonda gli fosse assolutamente estraneo”.

Quindi l’invito  che faceva ai suoi contemporanei: “ bisogna che Mattinata, come sfrutta la sua terra, così valorizzi anche il suo mare!” Da allora il paese si è evoluto da questo punto di vista e deve gran parte della sua economia al turismo balneare. E noi, soci Alènn, ci auguriamo che il nostro paese valorizzi non solo il mare, ma anche tutte le altre bellezze paesaggistiche e naturalistiche che il territorio offre, per un turismo anche culturale e itinerante.

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DAGLI ASTRI ALLA NONNA IN PUGLIA, A MATTINATA
Sede di Alènn, 3 Gennaio 2019

Serata molto interessante quella trascorsa presso la sede di Alénn, dedicata alla lettura del libro scritto dal Dott. Thomas de Padova, “Nonna”, edito da Hanser Berlin, tradotta e commentata, per pochi intimi, dal maestro Peppino Argentieri.
In calce all'articolo, un commento del nostro illustre concittadino Michele Di Bari, già prefetto di Reggio Calabria.

Ma chi è Thomas?

Tommaso de Padova nato nel 1965 a Neuwied (Germania); madre tedesca e padre Antonio di Mattinata. Ha studiato Fisica e Astronomia a Bonn e a Bologna per perfezionare l’Italiano. Dal 1997 al 2005 ha lavorato come editor scientifico presso il Tagesspiegel. Dal 2005 lavora come giornalista scientifico freelance. Vive a Berlino ed è membro del Board of Trustees della Magnus House of German Physical Society dal 2006; membro del comitato del programma Urania.

Autore di diversi libri di natura scientifica, si è cimentato in ultima analisi con un testo di natura autobiografica dal titolo “Nonna”, che ha destato il nostro interesse, in quanto non pochi sono i riferimenti alla nostra amata Mattinata.

Ci siamo soffermati sulle pagine più interessanti:

MATTINATA

…“da piccolo ho trascorso le vacanze estive sempre a Mattinata…Il mattino, prima di mezzogiorno sul mare i riflessi argentati dell’inizio del giorno. Alla sera, senza farsi notare, scompare il sole dietro le montagne. Allora siedo volentieri presso il porto, alla fine del braccio che si protende nel mare e ammiro il paese bianco, dove mi hanno condotto le origini paterne.

Alla sera pare come una farfalla, che si è posata sulla collina, attratta dalle tante  specie di orchidee, che solo sulla magra e asciutta terra del Gargano crescono”.

Vivo è il ricordo per l’autore:  

-della “nonna, sempre vestita di nero, come tante altre donne del paese”; per interloquire con la nonna “imparo alcune parole dialettali: azzuppè, fatijè, vagnjune, picch.”;

-dei “pizzicotti dati ai bambini”: modo che trova alquanto strano di mostrare affetto nei loro confronti;

-del corso di Mattinata: esprime il suo rammarico e stupore per la mancanza di una fontana, di un monumento.

L’EMIGRAZIONE

Ad un certo punto si sofferma sulla storia della grande emigrazione degli anni’60, verso la Germania, che ha visto partire anche il padre Antonio. Questi, senza conoscere la lingua, per integrarsi e per perfezionare la lingua, si era iscritto ad un coro presente nel paese, a tutti i club del luogo; durante la festa del Carnevale, vestito da muratore si era improvvisato venditore di pizze; tanto si infiltrò nella comunità tedesca,  che alle prime elezioni amministrative si candidò, divenendo consigliere.

A ROMA

Durante una gita a Roma, ai tempi del liceo classico, Thomas si accorge, osservando la carta geografica del ‘600 affissa all’ingresso della Cappella Sistina, che riporta sul Gargano il nome di “Matinata”. “Grande è l’emozione e l’orgoglio”, scrive l’autore. “ rimasi  incantato di fronte alla storica cartina. All’istante mi viene davanti agli occhi il paese e non riuscii a dire che poche frasi confuse, su mio padre, su mia nonna e sull’imperatore Federico II. Invano cercai di fermare la fila dei miei amici compagni, che stava  per raggiungere gli affreschi di Michelangelo. Nessuno mi ascoltava. Per loro Roma era la culla della cultura occidentale, mentre sul Gargano terminava l’Europa”.

IN AMERICA

Thomas descrive il suo viaggio in America, per motivi di studio, ma gli viene il grande desiderio di vedere dove hanno vissuto i bisnonni Michele, Tommaso e Serafina (emigrati in America nel 1907); riesce a trovare la casa dove erano vissuti. Per poco, perché vivevano in condizioni disagevoli, fatti oggetto di persecuzioni e discriminazioni, in quanto italiani, da parte di esponenti del Xu Xlux Clan.

Bella è la descrizione che fa sulla vita di paese a Mattinata ai primi del ‘900: “ in casa, insieme agli animali; nessuna raccolta dell’immondizia; notevoli rischi di epidemie; non c’erano strade ma solo mulattiere; senza medici, ostetriche.” E poi un excursus sulla storia locale dall’Unità d’Italia in poi, soffermandosi su alcune vicende legate al brigantaggio, al terremoto del 1893, con conseguente distruzione, epidemie, miseria che spinse ad una ondata migratoria senza precedenti (circa 200 compaesani), verso le Americhe, il Brasile, l’Argentina: tra questi i nonni sopra menzionati. Un viaggio estenuante “ si andava a piedi fino a Foggia; con il treno fino a Napoli e con il transatlantico, dopo un mese di navigazione, tra grandi disagi e privazioni, si giungeva a destinazione”.

Qui in America “c’era difficoltà a trovare casa, costretti a fare i lavori più umili; pagati a metà rispetto agli altri operari, così come le donne italiane, rispetto alle donne di altri Paesi europei”. Menziona il grande tenore Caruso, in quanto proprio in occasione dei suoi concerti, che attiravano pubblico italiano, cominciarono le persecuzioni da parte dei Ku Klux Klan, contro di essi (oltre che contro negri, ebrei e cattolici). “Tanti tornarono in Italia; con i risparmi acquistarono terreni e case a Mattinata”.

IL NONNO

Interessante è il giudizio che esprime contro la dittatura fascista: parla del nonno Tommaso che “mentre sta per salire sull’autobus, viene fermato da una camicia nera, in quanto pretendeva il diritto di precedenza”; bastò questo abuso per far capire al nonno la matrice del fascismo e fargli maturare l’idea che doveva impegnarsi sul fronte opposto: divenne fondatore del PC a Mattinata. Anche sulla dichiarazione di guerra dell’Italia fascista alla Grecia, Paese neutrale; sulla falsa propaganda del regime via radio, esprime il suo disappunto in maniera netta.

LA NONNA

A proposito di notizie inerenti la nonna Sacco Maria,( n. il 31/07/1913, m. il 21/08/2005): il padre acquista nel 1936 la casa in cui ha vissuto tutta una vita. L’autore descrive la vita austera che faceva la nonna, con una credenza sempre vuota (l’assenza di caffè e di bevande impressiona l’autore), nonché l’uso parsimonioso della elettricità, del riscaldamento, sempre attenta al risparmio.

Faceva buon uso della macchina per cucire, dove trascorreva la maggior parte del tempo. La nonna era claudicante, in quanto, come scrive, nel 1919 ebbe un incidente, a seguito di una caduta, avuta da piccola quando, per sfuggire ad una irruzione da parte di militari, che cercavano cibo, di cui fecero razzia, sarebbe corsa sulle spalle del papà, e di lì sarebbe caduta, riportando la frattura dell’anca sinistra. Indelebile il ricordo di quell’ episodio.

Nel 1960, solo dopo quaranta anni di sacrifici e sofferenza, si reca a San Giovanni Rotondo, per una visita medica, tra lo stupore dei medici, che si chiedevano come avesse fatto questa signora a resistere in quello stato, per tanti anni. Era sempre vestita di scuro, dedita alle faccende domestiche e ai lavori di sartoria, trascorrendo i pomeriggi con le vicine di casa a recitare rosari. E’ inutile dire che il quadro che ne viene fuori è quello di una donna energica, decisa, umile, con un grande amore per la famiglia; grande risparmiatrice, tanto che con i suoi risparmi acquista una casa in via Zuppetta, dove risiederà per due anni, mentre sarà ristrutturata la sua vecchia casa. Il ricordo di Thomas va alla ricerca della pietra di San Michele, fatta comprare da un parente a Monte Sant’Angelo, da inserire nella mura della casa ristrutturata, per devozione e per protezione, come si usava fare a quei tempi ed ancora adesso.

ANEDDOTI

Quanto ad utenze, depositi bancari, è lui stesso Thomas  che se ne preoccupa, quando in estate viene a Mattinata. Durante le sue vacanze estive aiuta anche nelle faccende domestiche, tra cui lavare e stendere la roba. Una volta avrebbe voluto buttare via l’acqua utilizzata per la biancheria chiara e la nonna l’avrebbe bloccato, in quanto quell’acqua serviva per lavare la roba colorata. Un’estate alla madre di Thomas avrebbero rubato la biancheria stesa fuori ad asciugare. La nonna avrebbe rassicurato la madre e dopo un po' sarebbe tornata a casa con tra le mani tutta la biancheria rubata (sapeva bene dove andare a recuperarla). Quando accompagnava la nonna al mare, ricorda che se ne stava sempre in disparte e ben coperta, attenta, nel suo vestito nero, a non farsi scoprire le caviglie.

Un giorno Antonio, padre di Thomas, era rientrato da scuola con il braccio rotto. La nonna, per tutta risposta, anziché pensare ad andare a chiedere spiegazione alla maestra, avrebbe dato ragione alla stessa, in quanto di sicuro aveva avuto buoni motivi per farlo.

Nel 2001, con il cambio della lira in euro, grande è la delusione della nonna, perché vede dimezzati i suoi risparmi.

Nel 1926, a seguito dell’influenza spagnola, muore la mamma della nonna. Il papà si risposa con una giovane di vent’anni più piccola; sua sorella Raffaella muore a tre anni; i rapporti che intrattiene con la matrigna sono pessimi, tanto che chiede di andare a stare con il papà a Vignanotica, in campagna; ogni quindici giorni veniva a piedi a Mattinata. Alla domanda di Thomas perché avrebbe sposato il nonno lei rispondeva “perchè era simpatico, un bravo artigiano e sapeva cantare e suonare la chitarra”. “Mio padre era ghiotto di mitili e lumache, cose che lui non sopportava.

La nonna, pur avendone bisogno, non era mai andata dall’oculista. Ha sempre avuto desiderio di una figlia, che è nata, ma è deceduta piccola, a tre anni, per un errore del dottore. E questa cosa l’ha sempre tenuta nascosta, per evitare che il marito avesse una reazione spropositata. Thomas mette in risalto il fatto che la nonna non avesse mai reagito alle parole, rimproveri, anche pesanti del marito, ma sempre “citt citt” , come scrive l’autore.

Nonostante gli impegni giornalieri, riuscì a frequentare una scuola serale per imparare a scrivere e a leggere. Al nipote che ha studiato chiede: “mi sapresti dire perché il sole è sempre illuminato; c’è qualcuno che va a mettere la benzina; e perché è sempre illuminato?”. Thomas, che non riesce a spiegare scientificamente la questione alla nonna, usa una storiella che lei conosceva bene, e se la fa raccontare : “ Un prete vive da solo in casa. Ha sempre una candela accesa. Con grande attenzione guarda la fiamma, perché è convinto che se la fiamma si spegne, lui muore. Un giorno va a trovarlo un collega prete e, appena apre la porta, una corrente d’aria spegne la fiamma. Si avvicina l’amico che era a letto e lo scopre morto”. La nonna avrebbe tratto la conclusione da sé, sull’importanza del sole.

“E’ vero che su Marte vogliono vivere e costruire?” chiede la nonna. E lui: “non è possibile, perché non c’è né acqua e né ossigeno!”. E ancora:“Come ha fatto Gesù ad entrare in cielo? Certamente ha attraversato una porta!. E lui:“Sì!”. E lei: “E come è questa porta?”; e lui: “Come l’arco in pietra che c’è sul mare dei Mergoli!”

 

Thomas si sofferma sulle usanze che si tenevano a Mattinata: i soprannomi con cui si indicavano le famiglie (Lucia il telefono; il nonno l’Americano…)

Un giorno Thomas va per sentieri e rimane incantato nel vedere l’asino, attaccato all’albero d’ulivo, all’ombra, che con la coda scaccia le mosche dal corpo.

I PELLEGRINAGGI

Tommaso ricorda alcuni santuari, meta di pellegrinaggio, facendo un excursus storico delle apparizioni che si ebbero sul Gargano (sin dal V secolo), come le tre di San Michele Arcangelo, che avrebbe sconfitto Satana, sotto forma di drago. Queste apparizioni richiamarono a Monte Sant’Angelo anche pellegrini illustri come l’Imperatore Otto III nel 999, che vi giunse a piedi da Roma, come penitenza per l’uccisione di un imperatore romano. Dopo l’imperatore, anche il successore Enrico II, il quale, dopo gli insuccessi contro i Bizantini, cercò la grotta di San Michele, nel 1216, vi si recò anche San Francesco, che non entrò nella grotta, in quanto si riteneva indegno. Il ricordo della visita del Santo poverello è presente sulla destra, appena si entra nella grotta, sull’altare. Papa Innocenzo III organizza la V crociata, per liberare il Santo Sepolcro dagli infedeli, Durante questa crociata San Francesco si fece catturare per giungere ad avere un colloquio con Solimano. Ma mentre dialogavano, i crociati assediarono e distrussero la città di Daniette e la distrussero. Questo portò alla fine delle trattative di pace.

A Bari Thomas visita la chiesa di San Nicola e ne racconta la storia. Poi si ferma, al ritorno, a San Giovanni Rotondo, per visitare la nuova chiesa, costruita sul progetto dell’Arch. Renzo Piano, nonché lo stesso architetto che ha ideato e fatto costruire un quartiere a Berlino, vicino al suo posto di lavoro.

“Una chiesa tutta in legno e vetro, con la capienza di 7000 persone, e un piazzale antistante, con la capienza di 30.000 pellegrini. Un grande sfarzo che stride con la povera cella, dove è vissuto Padre Pio, fino alla morte”.

La nonna gli fa presente che, in occasione della morte del figlio Antonio, nel 1991, ha donato 350.000 lire per la costruzione della suddetta chiesa.

FOTO DI UN TEMPO

Thomas va alla ricerca di una foto della bisnonna. Va dal fotografo, il quale possiede migliaia di foto che risalgano al secolo scorso: guarda personaggi, luoghi, case. Nello sfogliare album Thomas nota una foto che riprende una donna con una fascina sulle spalle e vestita in modo strano, sembra una strega. Sa che è Maria Stella De polece. Faceva parte di una famiglia di cinque figli, quattro femmine ed un maschio, era molto bella, ma fu costretta a sposarsi con un uomo che non gradiva. Per reazione vestiva male ed andava in giro per il paese trasandata, per far dispetto al marito.

IL DAVID

Una mattina Thomas va a prendere il caffè e affianco ci sono due autisti che commentano un articolo del giornale che descrive Il David, il “perfetto uomo”. Invece l’articolo parla dell’uomo imperfetto: infatti alla statua mancava qualcosa, non a causa del grande Michelangelo, ma per la qualità del marmo: Agostino Duccio ed Antonello Rossellino si sono rifiutati di lavorare quella massa di pietra: il marmo era stato estratto dalla montagna nel 1464 e trasportato a Firenze con grande difficoltà. Nel 1991 un pazzo con un martello ha rotto una parte del piede sinistro. Dopo accurati esami è venuto fuori che il marmo era poroso e non di buona qualità. “Il David è un’opera perfetta, che viene ammirata da milioni di turisti”.

Nel 2005 Thomas arriva ad agosto a Mattinata. Il giorno dopo la nonna subisce un infarto e muore; Thomas sarà presente e l’assisterà fino all’ultimo respiro. Così termina il libro “Nonna” a lei dedicato con l’amore e la dedizione di un nipote.

Il relatore Peppino Argentieri aggiunge “una donna eccezionale, come le nostre nonne  e mamme: lavoro, famiglia, preghiera e risparmio. Mai un lamento, mai accusato un disagio; una vita di sacrifici e di rinunce . Ho tradotto il libro di Thomas de Padova ( 175 pagg.), con piacere e con grande partecipazione, perché parla del nostro mondo, delle nostre esperienze. Notevole è stata la mia emozione. Thomas ama Mattinata ed è appassionato della sua storia, delle sue bellezze paesaggistiche. E’ orgoglioso della terra di suo padre, dei suoi nonni e bisnonni. Terra che ha visto la presenza di Greci, Normanni, Saraceni, Spagnoli, Francesi ed in particolare dove è vissuto Federico II. Descrive fatti, luoghi e personaggi in modo semplice e meraviglioso. Tutto il libo è per me una poesia e devo confessare che ho avuto difficoltà a tradurre alcuni passaggi. A lui va tutta la mia stima e gratitudine. Per me è un documento straordinario della vita dei nostri genitori e nonni.”

"Ogni luogo diventa evocativo di un evento se si possiede la capacità di farne memoria o di adagiarsi su un percorso storico .
Il tempo che si incarica di incarnare le vicende di ogni esistenza , ne sono certo, consoliderà l’emozione di questo incontro .
Sono grato a Peppino Argentieri che attraverso la sublime presentazione della bella pubblicazione di Thomas De Padova su Mattinata riguardante la nostra splendida comunità con gli occhi nostalgici di un migrante tedesco ci ha fatto gustare un inedito itinerario culturale .
In un'epoca in cui c’è necessità di superare difficoltà spesso intrinseche anche a piccole comunità che ci fa dire con Kierkegaard “ La nave è ormai in preda al cuoco di bordo e ciò che trasmette al microfono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani” la vena lucida e romantica di Peppino ha contribuito ad avere maggiori certezze .
Una straordinaria serata culturale che si auspica possa essere declinata nella concretezza della quotidianità ed ovviamente complimenti a Peppino e all’associazione Alènn!" Dott. Michele Di Bari

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Iniziano Giovedì 17 Gennaio 2019 la rassegna di incontri e iniziative di carattere culturale.

Si comincia con una chiacchierata di Antonio Latino sulla pubblicistica mattinatese.

L'incontro è fissato per le ore 19,00 nella sede di via Garibaldi.T. Giordani.

Tutti sono invitati a partecipare!

INCONTRO CON L’AUTORE

Questa sera si è inaugurata la serie di incontri, o “chiacchierate letterarie” a detta dell’autore Antonio Latino, che hanno come intento una maggiore e condivisa conoscenza del nostro territorio e della nostra bella Mattinata. Non c’era modo migliore per intraprendere questo percorso, se non attraverso un excursus su “La pubblicistica mattinatese”, edita e non, sin dal XIX secolo, ad opera di scrittori e giornalisti autoctoni, ma anche di mattinatesi di adozione o da illustri accademici, a detta dello stesso Antonio.

Inizia con l’elencare, con rigore cronologico, la STAMPA PERIODICA con pubblicazioni che partono dal 1933, nella fattispecie del Bollettino Parrocchiale “La Voce del Pastore”, che raccontava la vita quotidiana civile e religiosa di una comunità in continua crescita; ma anche “cordone ombelicale che ha tenuto legati alla loro terra tanti mattinatesi emigrati”; procedendo con diversi altri ciclostili ed opere pubblicate via via, ad opera di associazioni, circoli, scuole, amministrazioni.

Poi procede con i GIORNALISTI che hanno dedicato a Mattinata, in maniera più o meno diretta degli articoli, a partire dal 1909 con Giuseppe d’Addetta (questi tra l’altro menziona in una sua rubrica, due giornalisti Toti e Tamiri, che sarebbero pseudonimi di due mattinatesi che scrivevano su “Il Gazzettino del Gargano”). Firme celebri si sono susseguite: da quella di Don Salvatore Prencipe a quella del dott. Ciro Angelillis; dal dott. Francesco De Vita su “La Campana” al maestro Pasquale Ruggiero, prof. Angelo Arena, dir. Nicola Mantuano, dott. Michele Di Bari, Giovanni Quitadamo, Francesco Antonio Trotta, Francesco Bisceglia, ancora oggi giornalisti pubblicisti…

Diverse sono state le GUIDE TURISTICHE sul nostro ameno paese e sulle bellezze naturalistiche della nostra Mattinata. Sin dal 1962 l’esimio don Salvatore Prencipe realizzava la prima guida turistica “Mattinata e dintorni”, e successivamente “Il lembo più bello del Gargano. Mattinata”. Negli anni a venire altre riguardanti il territorio più ampio del Gargano con le Tremiti. Ma negli anni ’70 lo Studio Fotografico Rignanese pubblica un pieghevole, formato fisarmonica, “Mattinata”, con venti foto dei primi anni ’70. Poi si succederanno altre guide, incentrate su Mattinata e sul suo territorio, ad opera dell’EPT e della Pro-loco, delle Amministrazioni che si avvicenderanno negli anni.

POETI e AUTORI MUSICALI hanno dedicato sin dall’antichità versi alla nostra Matinum, a partire dai latini Quinto Orazio Flacco, a Lucano Marco Anneo. In età medievale l’abate Gregorio, si fece portavoce delle bellezze del nostro territorio, dimorando presso l’Abbazia di Monte Sacro. Nel ‘700 il patriota e letterato Gian Tommaso Giordani trovò ispirazione presso l’ amena villa in località La Cavola. Diversi i componimenti raccolti da don Salvatore Prencipe in “Mattinata, la nuova Matinum” scritti da autori diversi. Poeta, sin dalla giovinezza, Francesco Granatiero, ha pubblicato diverse raccolte che si ispirano al paesaggio, alla cultura, al comune sentire della nostra Mattinata. Tra gli autori di testi musicali, il compianto Nicola Mantuano, con la sua “Matenete jei bbell”, cavallo di Battaglia del gruppo folk “I cacchiungiedde”, da lui fondato.

Ampio è l’elenco di AUTORI AUTOCTONI E delle PUBBLICAZIONI aventi per oggetto MATTINATA, sin dal 1863, con il notabile Filippo Basso, il quale, in qualità di sindaco di Monte Sant’Angelo, scriveva sugli avvenimenti che sconvolsero Mattinata, negli anni del brigantaggio. E poi pubblicazioni aventi come oggetto di studio la necropoli di Monte Saraceno; l’ Abbazia di Monte Sacro; le grotte marine di Mattinata; gli scavi archeologici in località Agnuli; sulla collezione Sansone; di grande interesse “MATInates, ovvero mattinatesi si nasce” dello stesso Antonio Latino, foto, detti, ricordi di una Mattinata che vive, ormai, solo nella memoria. Utile e di notevole spessore culturale la “Grammatica del dialetto di Mattinata” e “Il Dizionario del dialetto di Mattinata”, ad opera del dott. Francesco Granatiero. Lodevole è anche il lavoro di capillare ricerca svolto dallo storico Luigi Gatta, racchiuso nei libri editi a tappe successive “Mattinata, frazione di Monte Sant’Angelo tra ‘800 e ‘900” e quello successivo “Il Novecento”.

Presso le varie università sparse sul territorio nazionale diversi sono stati i laureandi, nel corso degli anni, che hanno scelto di studiare in maniera approfondita un aspetto del territorio, della storia, della cultura, dell’archeologia, della tradizione laica o religiosa del nostro paese; pertanto le TESI DI LAUREA, sin dal lontano 1964, hanno arricchito il nostro patrimonio culturale e ampliato la conoscenza sullo stesso.

In APPENDICE l’ autore elenca anche quanti si sono distinti nelle varie arti, alcuni arrivando anche a raggiungere fama internazionale: PITTORI, SCULTORI, MODELLISTI, FOTOGRAFI, che hanno contribuito a portare le nostre bellezze paesaggistiche nel mondo. In ultima analisi fa l’elenco delle mostre, delle conferenze e dei convegni che si sono tenuti, sin dal lontano 1968, per dare maggiore visibilità e notorietà al nostro patrimonio culturale.

Di sicuro questa capillare indagine bibliografica messa a punto dall’ autore Antonio Latino, con tanta dedizione e tanta cura, e tanta fatica letteraria, in quello che egli ha definito “ il tempo dell’ozio bolognese”, vuole essere un punto di partenza, un trampolino di lancio, per quanti intendano approfondire e ricercare tematiche inerenti la storia del nostro paese.

Per quanti vogliono l’elenco completo contenuto nel piccolo repertorio bibliografico “La pubblicistica mattinatese” possono cliccare al seguente link:
http://www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/capitanata/2010/2010pdf/2010_24_161_249_Latino.pdf

L’associazione Alenn, che tanto ha a cuore la valorizzazione del nostro territorio, la tutela, la custodia e la cura dello stesso, nonché la salvaguardia della memoria e la conoscenza del passato, per meglio apprezzare il presente in ogni suo aspetto, ti è grata Antonio, perché ci hai portato alla luce e ci hai fatto scoprire delle opere edite e non, da cui attingere, per approfondire il nostro sapere e accrescere l’ attaccamento alla nostra Mattinata, non per tenerla gelosamente, ma per condividerla generosamente con chi vorrà viverla, e imparare a condividerne le possibilità e le potenzialità, favorendone la crescita armonica, che coniughi natura, qualità della vita e progresso.